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voglio invecchiare male e solo come un animale *

a volte,
ultimamente spesso,
mi sento troppo peso
addosso
e vorrei, semplicemente,
sentirmi dire:
riposati un attimo
ma come in quella canzone
se la gente sa che sai suonare,
suonare ti tocca per tutta la vita
ma io non so fare niente
tranne, forse, leggere libri
e sognare, raramente,
sotto la doccia
con il vapore
che annebbia la stanza
e nudo
davanti allo specchio
non riesco a vedermi
e immagino altro
in una città nuova
mi piace camminare
senza meta da solo
nella speranza
di una scoperta
assaporare l’aria
a pieni polmoni
e in una silenziosa curiosità
osservare i particolari
negli oggetti, nelle case,
nella vita quotidiana
della gente del posto

* Voglio invecchiare male – Zen Circus ft. Management

What the hell am I doing here? *

ho spiato l’amore
negli aeroporti
nelle stazioni dei treni
negli occhi
di chi sta per partire
negli occhi
di chi resta
ad aspettare
il paesaggio che muta
da un finestrino
e cambia stagione
ieri pioveva
oggi c’è il sole
il precariato
meteorologico
che percula
quello emotivo
vestirsi a cipolla
e maledirsi
dormire alle otto di sera
in una città
che ti fa sentire sereno
o vivo
dopo mesi di frenesia
lo stupore sulla pelle
attraverso
tutti gli altri sensi
Bologna,
sentirla dentro
chiedimi di restare
e io non avrò esitazione
poi lei sorride
e io non so che fare
stringerla forte
o lasciarla andare

* Creep – Radiohead

and the wind did howl and the wind did blow la la la la la, la la la la lee *

non scrivo
da tempo
non ho trovato
il momento
giusto
e forse nemmeno
le parole
ho emozioni
sbiadite
in questi giorni
di fine estate
ho tanta voglia
di staccare
ritrovare
il silenzio
della solitudine
in mezzo
a degli sconosciuti
rifiatare
riordinare
ripartire
e rivedere
affetti lontani
con molto piacere
raccontarsi
gli ultimi pezzi
delle nostre vite
e poi
per qualche giorno
lasciarsi trasportare
dal vento
scegliendo
strade a caso
senza pensare
a un senso
a una direzione
a una meta
godersi il viaggio
assaporare il paesaggio
ritrovare slancio
capo, sono stanco
ma di stare fermo
e lasciarmi
sopraffare
dall’abitudine
al peggio
quando c’è bisogno
di bellezza
imparare
a riconoscerla
e custodirla

* Henry Lee – Nick Cave & the Bad Seeds ft. P.J. Harvey

sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare *

sarei stato
un bravo scrittore
d’inizi
se solo avessi
cominciato
le premesse
mi piacciono
perché fanno sognare
a dispetto
di quanto diceva Dalla
mi sono perso
di notte
a Bologna
ho camminato per ore
prima di arrivare
alla stazione
a volte,
mi manchi
e sento che è
importante
ma il tuo profilo mi sfugge,
nei contorni
sfuma leggermente,
e devo cercare
di ricostruirlo
dai frammenti nella memoria
e dai ricordi
nei miei polpastrelli

* Viaggi e miraggi – Francesco De Gregori

che c’ho un ricordo molto bello

c’è un vento forte stanotte
ed è per questo
che non riesco
a dormire
ho finito un altro libro
e non so cos’altro fare
così scrivo due parole
prima di dimenticarle

ma ancora una volta
non dirò niente
che è molto meglio
che c’ho un ricordo
molto bello
e non voglio sciuparlo

ogni tanto
mi viene voglia
di abbracciarti forte
per sentirmi protetto
mentre dovrebbe
essere all’inverso

oh quante parole ti cantano, cullando i cliché della gente, cantando canzoni che è come cantare di niente *

ogni tanto mi fermo
e riprendo fiato
quando
delle parole sono stufo
cerco rifugio
nei posti che ho amato
nei luoghi che
mi hanno formato
come uomo
e allora Bologna
è sempre in cima alla lista
anche
nei giorni di pioggia
coi suoi portici
che sanno ripararmi
e quando ci cammino sotto
sanno pure rigenerarmi
non come momento
com’eravamo
ma piuttosto
a che punto siamo

e poi tornare a casa
ogni volta
è sempre più traumatico
con la voglia di mollare tutto
e la paura di non riuscire a farlo
le responsabilità
che t’inchiodano,
soprattutto quelle morali,
per una terra che, spesso,
non si merita il tuo sforzo
la tua dedizione
la tua voglia di fare
mettersi a disposizione
provare a migliorare
e ritornare alle parole
quelle di sempre
quelle che dicono tutto
ma non valgono più niente
che sono diventate vuote
per colpa delle mille promesse
tradite
da uomini che ritornano
periodicamente
a chiederti ancora
fiducia
perché questa volta
è la volta buona
senza sapere di cosa
quando, semplicemente,
potrebbe essere la volta buona
per non votarli
e lasciarli fuori
dai posti di comando e controllo
fuori dalle decisioni
a cui, ormai, non appartengono
perché fuori, lo sono già da anni,
da una realtà, da una società,
che è andata molto più avanti
del loro teatrino
che si ripete e si autoalimenta
riproponendo sempre
gli stessi gesti
le stesse parole vuote

* Bologna – Francesco Guccini

foto d’artista, canali locali e tautologie varie

di risate
su foto d’artista
in un museo
quasi deserto
su programmi
molto surreali
in canali locali
venti pagine
di Barthes
e ho scartato
tutto quello che
avevo scritto
perché
mi sembrava
scadente
mi è rimasta
la sensazione
sulle mie dita
della tua pelle

fottendosi da sé, fottendomi da me, per quello che non c’è *

polvere sui mobili
sugli scaffali
sulle mie emozioni
leggo un libro
e ripenso
a vecchi amori
settembre
un tempo mischiava
le mancanze
alle ripartenze
le aspettative
alle domande
ora è solo malinconia
ai primi giorni di pioggia
com’ero a vent’anni?
tu te lo ricordi?
a me sembra
così sbiadito
che quasi più
non m’appartiene
ma se mi concentro
per bene
riesco a sentire
il rumore bianco
in sottofondo
di certe notti
in cui liberavo sogni
dalla finestra
al quarto piano
di un palazzo bolognese
lontano da casa
e da queste maledette radici

* Quello che non c’è – Afterhours

quel che sono l’ho voluto io *

ogni tanto
somiglio a mio padre
ogni tanto
scopro una parte di me
che non mi piace
ma a poco a poco
la comprendo
credi che non avrei
bisogno, a modo mio,
di carezze
o di un paio di tette
su cui poggiare
la testa stanca
due tre parole
possono creare
confusione
ma non per questo
non le dobbiamo dire

* Piazza grande – Lucio Dalla