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mi chiede: sei pronto per la fine del mondo? sei pronto per la fine del mondo? *

ricordati ogni tanto di esplodere
non tenerti tutto dentro
liberare energia
per fare spazio ad altro
ogni cosa cessa di avere
la stessa importanza
se guardata dalla giusta distanza,
come gli esseri umani
da un satellite in orbita,
piccoli puntini neri in movimento
come formiche
senza lente d’ingrandimento
minuscoli essere viventi
in un universo
con distanze che manco riusciamo
a immaginare,
a calcolare,
anni luce:
come se fosse una cosa
al momento possibile
per i nostri corpi
trecentomila chilometri al secondo
disintegrazione delle coscienze
delle nostre sembianze
l’amore che muove il mondo
e anche le stelle
teoria senza nessun appiglio
logico e o razionale
pensare che un corpo celeste
possa minimamente fregarsene
delle nostre pene
di quello che abbiamo da dire
dei nostri drammi
nessuno ascolterà i vostri turbamenti
sudore su fogli bianchi immacolati
che macchia, poi, inchiostro
e lascia il segno su entrambi i lati
io ancora non riesco a fermarmi
a dire: sto fermo, in equilibrio,
in pace col mondo
tutto scorre e io ci penso
ai sogni nei cassetti,
al giro del mondo,
alle compagne di viaggio senza impegno
come se non fosse passato
troppo tempo
nonostante la relatività di tutto
quaranta sono i nuovi venti,
manco per il cazzo,
ma non li scambierei
se potessi farlo

* Naufragando – Management del dolore post-operatorio

io certi giorni vorrei solo essere triste e incazzato e non sentirmi anche sbagliato *

come quando
sogni di cadere
e ti svegli
di soprassalto
toccandoti
il ginocchio sbucciato
da bambino
mi succedeva spesso
ora mi capita
di immaginarmi
in apnea
riemergere dal fondo

io ci provo
a fare del mio meglio
ogni giorno
senza chiedere
niente in cambio
se non la speranza
che possa servire
veramente
a qualcosa

i ricchi
fanno le guerre
ma le lasciano
combattere
ai poveri
tra di loro

* Fare schifo – Willie Peyote, Michela Giraud

voi ci volete comprare, noi ci vogliamo salvare *

che “sono”
anche senza apparire
e posso dire
tanto
anche senza parlare
basta un gesto,
un colore,
prendere
posizione,
mi rivolgo a te
anche se
non so il tuo nome
se vogliamo
cambiare il mondo,
un poco,
dobbiamo partecipare

* Scatolette – Ministri

oh quante parole ti cantano, cullando i cliché della gente, cantando canzoni che è come cantare di niente *

ogni tanto mi fermo
e riprendo fiato
quando
delle parole sono stufo
cerco rifugio
nei posti che ho amato
nei luoghi che
mi hanno formato
come uomo
e allora Bologna
è sempre in cima alla lista
anche
nei giorni di pioggia
coi suoi portici
che sanno ripararmi
e quando ci cammino sotto
sanno pure rigenerarmi
non come momento
com’eravamo
ma piuttosto
a che punto siamo

e poi tornare a casa
ogni volta
è sempre più traumatico
con la voglia di mollare tutto
e la paura di non riuscire a farlo
le responsabilità
che t’inchiodano,
soprattutto quelle morali,
per una terra che, spesso,
non si merita il tuo sforzo
la tua dedizione
la tua voglia di fare
mettersi a disposizione
provare a migliorare
e ritornare alle parole
quelle di sempre
quelle che dicono tutto
ma non valgono più niente
che sono diventate vuote
per colpa delle mille promesse
tradite
da uomini che ritornano
periodicamente
a chiederti ancora
fiducia
perché questa volta
è la volta buona
senza sapere di cosa
quando, semplicemente,
potrebbe essere la volta buona
per non votarli
e lasciarli fuori
dai posti di comando e controllo
fuori dalle decisioni
a cui, ormai, non appartengono
perché fuori, lo sono già da anni,
da una realtà, da una società,
che è andata molto più avanti
del loro teatrino
che si ripete e si autoalimenta
riproponendo sempre
gli stessi gesti
le stesse parole vuote

* Bologna – Francesco Guccini

molto spesso una crisi è tutt’altro che folle, è un eccesso di lucidità *

chissà cosa arriverà
prima
il sonno o la confusione?
sudore e imprecazioni
agosto
mi sta sul cazzo
perché probabilmente
ti dovrò vedere
che mi pare sempre
un festival di ricordi
che hanno solo
lasciato l’alone

certe volte
mi ritorna il dolore
per qualcosa
che non riesco
a capire
per qualche colpa
che non mi appartiene,
vorrei veramente
fare qualcosa
per rendere questo posto
migliore,
ma ogni piccolo passo
viene rimandato
due volte indietro
chi siamo?
dove siamo?
e dove vogliamo arrivare?
la legge del divenire,
mentre siamo sempre fermi
ad aspettare
chissà quale rivelazione
chissà quale vangelo
pronto a indicarci
la strada da seguire
siamo pecore
in cerca di un pastore
cervelli senza
manuale d’istruzione
fuggire, questa volta,
potrebbe veramente
servire
soprattutto, a mantenere
un equilibrio mentale

* La crisi – Bluvertigo

la mia generazione senza vento, sono qui, aspetterò *

mi piace
l’odore della terra
quando spiove
specie in estate
quando tra le nuvole
esce il sole
non sarete
sempre giovani
e invincibili
da poter vivere
alla giornata
come viene
e se non pensate
al futuro,
a una rete di protezione,
nessuno lo farà
per voi
non certo
questa classe dirigente
che non vede
oltre le proprie scarpe
non vi piacerebbe
vivere in una società migliore?
senza odio
senza negazione
in cui ci si possa
fidare
gli uni degli altri
you may say I’m dreamer
e forse c’hai ragione
non ho più voglia
di cercare di convincere
le persone
che qualcosa di buono
si può fare
il vostro disinteresse
uccide la mia speranza,
la mia voglia di lottare
forse è meglio
andare altrove?

* Sole spento – Timoria

balla come se tutta questa mediocrità ti piacesse davvero *

rileggo dei vecchi versi
perché non so più
che cazzo dire
lascio scivolare
tutto queste parole
a caso
sperando
in un colpo di culo
che siano loro
a cercarsi
l’una con l’altra
e a comporsi
in frasi di senso
compiuto
non ho più voglia
di aggiustarle
ogni volta per niente
per finire a parlare
di qualcosa che non esiste
che non resiste
che quasi
non lascia più tracce

* Falso bolero – Giorgio Canali & Rossofuoco

di che colore siete, fratelli?

di che colore siete
fratelli?
che io
non me lo ricordo
ogni giorno
sembra uguale
al precedente
senza nessuno slancio
mentre avrei bisogno
semplicemente
di un abbraccio

l’amore
che diventa
esclusione
chi si oppone
ai diritti
anche per gli altri
li confonde
coi privilegi

fanculo a chi non ha iniziato niente e a te dice che è finita *

c’è tempo e modo, credetemi.
bisogna solo avere la voglia, anche se vi diranno che quella da sola non basta, che non è mai bastata.
non lasciate che siano gli altri a dirvi cosa sognare, non prendete in prestito quelli dei vostri padri ma cercatene nuovi. non ascoltate chi vi dice è andata sempre così e così sempre dovrà andare, senza possibilità di cambiare. non lasciatevi spiegare come va il mondo da chi non è mai uscito dal suo recinto, da uno sputo di paese. pensate al mondo in continua rivoluzione, pensate al passaggio dall’analogico al digitale. pensate alle conquiste sui diritti civili, sulla dignità di esseri umani, anche se ancora siamo lontani dalla perfezione. pensate al divorzio e alla liberazione che ha portato che “per sempre” è solo un modo per tenerci prigionieri. pensate alla rete, alla velocità della comunicazione, pensate se qualcuno avesse detto: restiamo ai segnali di fumo, che mi trovo bene. un’idea diversa fa sempre paura a chi per troppo tempo ha tenuto il culo sulla poltrona. non delegate, non più. non abbiate paura di stare da una parte. “libertà è partecipazione” diceva Gaber in una sua canzone ed è ancora la migliore definizione che sono riuscito a trovare.

* C’eravamo tanto sbagliati – Lo stato sociale